Quattro studenti delBonelli di Cuneo al Next Gen 2025 di Milano
Jiaxing Wang, Cinzia Botasso, Antony Franclin Fernando e Sara Cerato al grande campus di innovazione


Dal 17 al 20 novembre quattro studenti delle classi quinte del Bonelli di Cuneo Jiaxing Wang, Cinzia Botasso, Antony Franclin Fernando e Sara Cerato, accompagnati dal professor Delfino, hanno partecipato a Next Gen 2025 presso il Palazzo del Ghiaccio di Milano, uno dei principali eventi nazionali dedicati ai giovani e all’intelligenza artificiale.
Per quattro giorni gli spazi dell’ex palazzo sportivo si sono trasformati in un grande campus di innovazione, in cui centinaia di studenti provenienti da tutta Italia hanno lavorato insieme attraverso laboratori, tavoli di confronto, simulazioni e momenti di discussione guidati da esperti del settore. L’obiettivo dell’iniziativa era sviluppare competenze critiche, comprendere il ruolo dell’AI nella società attuale e riflettere su come questa tecnologia possa diventare un alleato consapevole nel processo educativo.
All’interno dei gruppi di lavoro ogni squadra di studenti era chiamata ad approfondire un tema specifico legato all’AI e a sviluppare una domanda finale da proporre al professor Luciano Floridi, ospite d’onore dell’evento e tra i massimi studiosi al mondo di etica digitale. Questo esercizio non mirava solo a produrre un quesito ma a dimostrare la capacità degli studenti di analizzare, discutere, mettere in relazione problemi complessi e tradurli in interrogativi significativi.
Tra gli interventi si è distinto quello del gruppo rappresentato da Antony Franclin Fernando (5 E ECOM) che ha lavorato sul tema del prompting, ovvero il modo in cui gli esseri umani formulano richieste e domande all’AI. Il gruppo ha spiegato come esistano diverse modalità di interazione: da utenti “passivi”, che delegano completamente il lavoro alla macchina, a “prompter attivi”, capaci di dialogare, riformulare, verificare, correggere e costruire insieme all’algoritmo una soluzione più consapevole. La loro analisi ha mostrato come un training adeguato riduca la dipendenza dall’AI e migliori la capacità critica degli studenti, trasformando l’uso della tecnologia in un percorso di crescita cognitiva.
Da questa riflessione il gruppo ha elaborato una domanda che rappresenta bene il senso del loro lavoro e che Franclin ha presentato a Floridi come esempio del percorso svolto: “Che differenza c’è tra una domanda buona per un essere umano e una domanda efficace per un algoritmo?”
Un interrogativo che riassume la complessità del rapporto tra educazione e AI.
